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Progetto e regia: Bobo Nigrone
Coreografie: Rebecca Murgi con la consulenza di Giorgio Rossi

Con Bobo Nigrone e Mariapaola Pierini Onda Teatro Pasquale Buonarota e Vanni Zinola Teatro dell’Angolo Rebecca Murgi e Luca Zampar Associazione Sosta Palmizi
Assistenza alla regia: Mariapaola Pierini
Traduzioni a cura di Francesca Rizzotti
Allestimento scenico: Marco Alonzo
Luci e fonica: Massimo Vesco e Marco Alonzo
Organizzazione e ufficio stampa: Nicoletta Scrivo, Chiara Lo Cascio e Roberta Todros
si ringrazia per la preziosa consulenza e collaborazione Marco A. Ferrari 

Performance di teatro e danza sulla letteratura di montagna

Il precipizio

“Mi occorrono torrenti, rupi, abeti, montagne, scoscesi sentieri da salire o discendere, precipizi d’intorno che mi incutano paura. Non lontano da una gola chiamata Pas-de-l’Echelle, corre e ribolle in orridi abissi un fiumicello che sembra abbia consumato millenni a scavarli. Sull’orlo del sentiero hanno costruito un parapetto per scongiurare le disgrazie: ciò mi consentiva di contemplare il fondo e di provare vertigini a mio perfetto agio; giacché quel che c’è di più piacevole nella mia passione per i luoghi dirupati è che mi danno il capogiro, e mi piace molto la vertigine purché mi senta al sicuro.”
Così scriveva Rousseau pochi anni prima della conquista del Monte Bianco.
Per circa due secoli la ricerca del precipizio di cui parla per primo il filosofo illuminista diventerà l’elemento fondante, il traguardo estetico di tutta la letteratura di montagna.
Il precipizio, lontano e ignoto, sarà l’essenza stessa di questo genere letterario.

Lo spettacolo

Le pagine che abbiamo scelto di interpretare e che hanno ispirato i danzatori, sono di alcuni scrittori-alpinisti che hanno saputo, attraverso la loro esperienza, trasmettere un modo speciale di vivere il rapporto con la montagna.
In questa immaginaria cordata, che comprende alpinisti come Reinhard Karl, Giusto Gervasutti, Gian Piero Motti, Walter Bonatti ed altri, abbiamo inserito anche alcune esperienze femminili, prima fra tutte, quella di Henriette d’Angeville.
I materiali, rielaborati in forma di teatro e danza, si alternano nello spazio scenico narrando, per quadri in movimento e ritratti umani, storie di vittorie e di sconfitte, di contemplazioni, speranze, felicità e morte.
Gli attori e i danzatori propongono visioni diverse sul mondo dell’alpinismo, sulle sue tecniche e le sue“filosofie”, restituendo l’immagine di una montagna ricca di fascino ma anche di contraddizioni.

Un “domino” di azioni, voci, suoni e sguardi sugli incanti e disincanti delle alte quote

 

 

Produzione realizzata in occasione dell’Anno Internazionale delle Montagne 2002 Onda Teatro / Festival Lo Spettacolo della Montagna 2002 in collaborazione con il Teatro dell’Angolo di Torino